Esiste un futuro per i giovani italiani?

giovedì 20 ottobre 2011

Lettera all'Italia

CARA ITALIA,
sei unita da centocinquant’anni, così t’ho conosciuta quando sono nata, quando sono cresciuta, quando sono invecchiata e così t’ho amata. Mentre crescevo, pensavo che anche tu crescessi, che crescessero i miei concittadini, invece...
Ecco come eri nel 1300, quando eri divisa in tanti piccoli stati in lotta tra loro, lo diceva Dante:
Ahi, serva Italia di dolore ostello
Nave senza nocchiero in gran tempesta
Non donna di provincia ma bordello!
Lo diceva Petrarca:
Italia mia, benchè’l parlar sia indarno
A le piaghe mortali
Che nel bel corpo tuo sì spesso veggio…
or dentro ad una gabbia
fiere selvagge e mansuete gregge
s’annidan sì che sempre il miglior geme
E come eri cinque secoli dopo, lo diceva Vincenzo Monti:
Bell’Italia, amate sponde...
Fonte amara ognor ti fu
Di stranieri e crudi amanti
T’avea posta in servitù.
E lo diceva Goethe:
L’Italia è ancora come la lasciai...
Ognuno pensa per sé, è vano, dell’altro diffida e i capi dello Stato, pure loro, pensano per sé
E lo diceva Leopardi:
O Patria mia, vedo le mura e gli archi
E le colonne e i simulacri e l’erme
Torri degli avi nostri,
ma la gloria non vedo...
E come era nel 1900, lo diceva Ligabue:
Buona notte all’Italia con gli sfregi nel cuore
E le flebo attaccate da chi ha tutto il potere
E la guarda distratto come fosse una moglie
Come un gioco in soffitta che gli ha tolto le voglie.
E nel 2008, diceva il sito “Maggiolina alternativa” parlando della necessità che il cittadino vigili sulla Costituzione e invece pochi lo fanno.
Anche tu hai il compito di far da guardiano
Perché questo bene non ci sfugga di mano
Diritto alla vita, diritto al nome
Diritto ad esprimere la propria opinione
Diritto a esser liberi mai sfruttati
Diritto al rispetto mai offesi e umiliati
La legge è uguale per tutti
La legge non fa differenze...
Ora siamo nel 2011: che cosa è cambiato? Poco da prima dell’unità, poco da quando avvenne l’unità, anzi ai mali passati si sono aggiunti i nuovi: la mancanza di guida, le ferite aperte, l’ambiente violato, la corruzione diffusa, la decadenza morale e culturale, l’indifferenza dei cittadini, il razzismo risorgente, la povertà del linguaggio, la difficoltà di trovare un lavoro, l’agonia della speranza, la povertà che avanza, il disprezzo delle leggi, la scomparsa dei valori e l’egemonia del denaro.
Io soffro con te, cara Italia, mentre con te contemplo il degrado delle opere d’arte che si sbriciolano lentamente e cancellano le memorie del passato. Perdiamo il passato, soffriamo il presente, non abbiamo futuro.
Eppure io spero ancora in uno scatto d’orgoglio, in un risveglio improvviso, in una svolta epocale che ti salvi, Italia mia, perché sono orgogliosa di essere italiana e allora canto con De Gregori:
Viva l’Italia, l’Italia che non muore
Viva l’Italia presa a tradimento
L’Italia assassinata dai giornali e dal cemento...
Viva l’Italia, l’Italia che non ha paura...
Viva l’Italia, l’Italia che lavora...
 l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre
l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste
viva l’Italia, l’Italia che resiste.
E, consolata da questa canzone, mentre spero che tu non torni divisa, come qualcuno vuole, voglio credere, con Venditti  
Che questa maledetta notte
Dovrà pur finire
Perché la riempiremo noi da qui
Di musica e parole...
Ciao, Italia. 
  
Maria Pizzuoli

martedì 18 ottobre 2011

Siamo orgogliosi di essere italiani?

“Siamo orgogliosi di essere italiani?” Questa domanda sorge in continuità con le difficoltà e i successi presenti nella storia del nostro Paese emersi dalle riflessioni fatte in questo anno del 150° dell’Unità d’Italia. La valenza storica di quest’anno e gli eventi promossi per evidenziarla hanno infatti invitato al richiamo delle radici comuni sia dal punto di vista istituzionale che da quello culturale, cercando di spingere ogni cittadino verso una maggiore profondità e consapevolezza di cosa significhi essere italiani. Il senso di questa italianità, però, deve essere rinnovato dall’impegno comune per consentire il superamento delle difficoltà insite nel nostro Paese e raggiungere nuovi obiettivi. Una sottolineatura che ha fatto lo stesso Presidente della Repubblica Napolitano che, il 17 marzo 2011, ha infatti concluso il suo discorso di fronte alle Camere affermando: “Reggeremo – in questo gran mare aperto – alle prove che ci attendono, come abbiamo fatto in momenti cruciali del passato, perché disponiamo anche oggi di grandi riserve di risorse umane e morali. Ma ci riusciremo ad una condizione: che operi nuovamente un forte cemento nazionale unitario, non eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità. Non so quando e come ciò accadrà; confido che accada; convinciamoci tutti, nel profondo, che questa è ormai la condizione della salvezza comune, del comune progresso.

Di fronte a questo, Thema si è chiesto se, ora come ora, in un momento in cui la realtà nazionale ancora non è stata realizzata appieno, ci siano comunque aspetti che ci rendano orgogliosi di essere italiani, che cosa noi italiani pensiamo dell’Italia, che cosa di questo Paese ci coinvolga, che cosa ci infastidisca, che cosa ci arricchisca e cosa ci impoverisca.

Per questo chiediamo a tutti di contribuire a proprio modo, con la forma che più è congeniale per ognuno (saggio, racconto, poesia, intervista, articolo, foto, disegno, recensione, …) a questa ricerca: per cercare di comprendere insieme cosa ci accomuna e cosa invece ci distingue, cosa ci fa soffrire, cosa ci rende orgogliosi nell’appartenere a questo Paese.

I contributi più significativi verranno pubblicati sul blog di Thema e presentati in un articolo che uscirà su Pass, il magazine degli studenti dell’Università di Verona.

I testi, in formato .doc/.docx, non devono superare le 3000 battute ed è necessario specificare firma ed eventuali tag.

I file vanno inviati a themadithema@gmail.com.