Esiste un futuro per i giovani italiani?

domenica 26 giugno 2011

Faciledifficile


Ĕ facile cogliere questa felicità sottile nelle cose
di tutti i giorni che ti guardano compiacenti.
Facile, è trovare ristoro, nel tepore buono
del mio salotto che sa di bagno appena fatto.
Facile, è ritrovare serenità con un corroborante
viaggio fra le carezze del mondo.
Facile, è sciogliersi in garrule risate fra amici
intorno a un tavolo imbandito di simpatia.
Facile, scaldarsi le ossa dentro un letto
odoroso di noi che ci amiamo da sempre.
Ĕ facile, quando hai tante cose per star bene,
una casa per riposare,un’auto per viaggiare,
denaro per imbandigiare banchetti…

Ma non è facile incespicare
nella fortuna rifratta allo specchio
e vederla solo mia e dei miei,
e continuare a convincersi di essere felici.

Ĕ difficile gridare la propria felicità quando
molti non hanno mezzi per condividerla.
Difficile, è gustarsi il riposo guardando la vita
di donne come me dilaniate dal dolore.
Difficile, è avere pace incontrando le persone
schiaffeggiate dalla sorte, dall’ingiustizia.
Difficile, è ridere spensieratamente intorno
alla mensa senza pane che condividono i poveri.
Difficile, è stringere forte al petto i miei figli profumati
di tutto avendo nel cuore bimbi morenti di niente.

Facile, è voltare le spalle, fare gesti impotenti,
futili, come scrivere questa poesia,
Difficile, è sentirsi utili, credere di aggiustare
il mondo rotto dalle guerre, sapere cosa fare.

Ĕ faciledifficile,
aggrapparsi alla carrucola di Dio
e lasciarsi trascinare con tutte le forze.
Fiduciosi.


Daniela Gregorini

venerdì 17 giugno 2011

Recensione: War Story - Condors

Alcune storie ne racchiudono in realtà più di una, e sfogliandole pare di aprire una matrioska. Molte di queste narrazioni a incastro hanno inizio intorno a un fuoco scoppiettante piuttosto che all’interno di un’aula di tribunale oppure, nel caso di “War Story - Condors”, in una buca di riparo dall’artiglieria.

Con questo albo a fumetti, lo sceneggiatore Garth Ennis e il disegnatore Carlos Ezquerra si sono addentrati all’interno del genere frettolosamente etichettato “di guerra”, dimostrando una originalità artistica sicuramente non inferiore a quella della cultura più “alta” – la cultura rilegata in confezione Oscar Mondadori, tanto per esempio.

  
Il racconto è ambientato nel corso della Guerra Civile Spagnola, all’interno di un campo di battaglia in cui si ritrovano quattro personaggi senza nome, ciascuno archetipo novecentesco delle diverse categorie di combattente straniero che hanno volontariamente partecipato al conflitto del 1936-1939.

Stanchi e privi di armi, i protagonisti si rifugiano nella medesima buca, unico riparo che nel raggio di centinaia di metri possa garantirgli la salvezza dal bombardamento in corso. Sono un tedesco, un inglese, un irlandese e uno spagnolo, che a turno narreranno ai presenti il motivo per cui si trovano in quel luogo, a un centinaio di kilometri da Barcellona e nel mezzo di un sanguinoso combattimento.

Il Tedesco è un aviatore di vent’anni fortunosamente scampato a un atterraggio di emergenza. Nazista cosiddetto moderato, arruolatosi nella Luftwaffe per godere dell’entusiasmante ebbrezza del volo e non in seguito a profonda adesione all’ideologia hitleriana, si definisce un semplice pilota che affronta gli aviatori nemici “con clemenza, con decenza e con onore” . Diverse implicazioni etiche e morali, inclusa la deliberata e sistematica persecuzione dei cittadini Ebrei, non rientrano fra le sue preoccupazioni.
Rappresenta l’egoismo e la baldanza della gioventù: eccezion fatta per la croce uncinata, risulta essere il personaggio più simpatico e scanzonato. 

L’Inglese è un socialista occhialuto e di circa 25 anni, evidentemente colto e di buon cuore, giunto in Spagna per contrastare le forze del Fascismo Internazionale. Di formazione culturale marxiana, crede nei popoli e in quella fratellanza universale che forse non farà vincere al Socialismo la Guerra di Spagna, ma gli permetterà di combattere “finché non cadrà anche l’ultimo Compagno”. 
Raffigura il pensatore che non rifugge dall’azione, dotato del coraggio necessario per combattere in ossequio ai propri ideali: peccato che questi ultimi siano rivolti all’etereo bene del “Popolo” più che a quello concreto dei singoli individui.

L’Irlandese è violento e tendenzialmente psicotico, ha circa quarant’anni e alle spalle una lunga storia di omicidi a sangue freddo per conto dell’I.R.A. Si è trasferito in Spagna affermando di difendere la Chiesa Cattolica perseguitata dai “Rossi”, ma il suo autentico scopo è l’uccisione del maggior numero possibile di persone, meglio se “bastardi Inglesi!”. Crede più nella dinamite che nella bandiera dell’Irlanda, ma è troppo ottuso per realizzarlo: la sua coscienza è da tempo latitante.
E’ un personaggio grottesco e detestabile, in poche parole un villain che conquista simpatia solamente con il suo linguaggio a dir poco colorito.
 
Lo Spagnolo è stato a Guernica. Arruolatosi per vendicare il massacro cui ha assistito, si è poi disilluso e ha svalutato la motivazione della propria scelta.
Paragona sé stesso e i suoi compagni di sventura a dei “condor”, ovvero  i grandi volatili che si aggirano attorno ad un campo di battaglia per ottenere dalla carneficina quello che vogliono”: che questo utile personale sia pura vendetta o carriera militare o astratto idealismo o ricerca di sangue, nulla cambia ai suoi occhi.
La maschera di cinismo e abile sarcasmo che lo Spagnolo indossa a più riprese si sgretola, rivelandone il profondo tormento interiore.

In concomitanza con il termine dell’ultima narrazione, cessa anche il bombardamento: i quattro protagonisti possono così separarsi e tentare di ricongiungersi alle formazioni militari di appartenenza.

Il loro destino finale è svelato nelle rimanenti pagine dell’albo (contenuto all’interno della raccolta “War Stories” – ed. Planeta de Agostini, € 35. Per gli utenti più smaliziati, disponibile a prezzo modico presso Internet Editore).

 
La storia di “Condors” è una felicissima metafora delle motivazioni per cui l’uomo può compiere il Male, che nelle intenzioni degli Autori è simboleggiato dalla Guerra. Più che formulare una astratta riflessione, tipica semmai di un Inglese, è doveroso citare una frase dello Spagnolo:
 
“Finché ogni uomo non sentirà il dolore che infligge ad un altro uomo con la stessa intensità con cui percepisce il proprio – finché non ti darò un pugno in faccia ed entrambi i nostri nasi sanguineranno – saremo tutti destinati a proseguire per la strada su cui ci siamo avviati”.
 
The End.

Silvio

domenica 12 giugno 2011

NUOVO TEMA Cuore di Tenebra: quando l'uomo è e compie il male

"Che cos’è il male?" è una domanda che l’uomo si pone da sempre, e che con sé porta ipotesi, corollari, ma soprattutto, moltissime altre domande.
In molti casi il nostro cuore di tenebra sembra vincere sul bene (come quando ci troviamo a dover convivere con guerre ingiuste, violenza gratuita, egoismo incontrollato...), al punto da far pensare che persino la mela più rossa e lucida sia bacata o il rifugio di un verme.
Il male corrompe, ma la sua corruzione è seducente, perché porta con sé l’illusione dell’onnipotenza, che invece la difficoltà del compiere l’azione generosa sembra negarci.
Ma allora noi uomini siamo tendenzialmente cattivi? Oppure possiamo accusare la nostra società che ci insegna il male?
E, oltretutto, come si manifesta questo male nella storia e nella cultura dell’uomo? Se viene combattuto, come? Da chi?

L’obiettivo di Thema di questo mese è quello di arrovellarsi, coinvolgersi e contraddirsi rispetto a tutti gli aspetti che un tema come il male porta con sé: dalle questioni di fondamento a quelle legate al valore morale (o a-morale) di un’azione malvagia, dal male come ingiustizia nel campo del diritto passando per male come dolore o sofferenza inflitta o subita fino all’arte profana, un male nel Medioevo dei valori cristiani.

Quello che cerchiamo sono dunque articoli, saggi, racconti, poesie, interviste, ... che abbiano come scopo quello di dare il proprio personale contributo a questa ricerca; una ricerca che si prefigge come fine quello di riunire in sé più aspetti possibili riguardanti il tema in questione cercando di evitare di cadere nel banale, nell’opinionismo superficiale e non argomentato tipico dei nostri tempi.

Gli articoli, in formato .doc, non devono superare le 5000 battute ed è necessario specificare firma e ventuali tag.
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